MARANO DI VALPOLICELLA

Il toponimo Marano sembra derivare dal Latino Tardo “Marianum”( terreno di proprietà di un Marius).
Nel territorio sono state rinvenute notevoli documentazioni archeologiche dell’epoca preistorica, tra cui il “Castelon”, che risale all’età del Bronzo. In epoca romana anche Marano rientrava nel pagus degli Arusnati,  e sul Monte Castelon, dove oggi si trova la Chiesa di Santa Maria di Valverde (o di Minerbe), sorgeva un tempio dedicato a Minerva. Fu nel XII sec. che Marano e Valgatara divennero comuni rurali.
Nel 1311, con Federico della Scala, conte della Valpolicella, il paese, grazie al suo castello, raggiunse il massimo splendore, ma venne abbattuto nell’anno della sua morte.

Con la dominazione veneta sorsero le ville signorili: tra le meglio conservate, ricordiamo Villa Porta-Rizzini a Canzago e Villa Guantieri in località Fasanara. Marano diviene comune sotto il dominio dei Francesi e, successivamente, degli Austriaci e dal 1866 entra a far parte del Regno d’Italia insieme a tutti i Comuni della Valpolicella.

 

TERRITORIO

La vallata di Marano è situata nel cuore della zona denominata “Valpolicella classica”. Il comune è racchiuso tra le vallate di Fumane a Ovest e Negrar a Est. A Nord si trova la Val Sorda con le sue grotte, mentre a Sud confina con San Floriano.
L’origine del nome di Marano, dall’antico Marianu, sembra derivare dall’intento di celebrare la memoria di Caio Mario, un console romano che avrebbe fatto erigere un castello sul Monte Castelon, come roccaforte difensiva dai cimbri.
Le frazioni sono piccole costellazioni di case e corti, che ruotano intorno alle vecchie chiese, traccia inconfondibile di una popolazione che, fino a non molti anni fa, era dedita all’agricoltura. Oltre al capoluogo Marano di Valpolicella, i principali nuclei abitativi sono: Valgatara, Prognol, Pezza, S. Rocco e Mondrago.

 

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