Fra ville e pievi

Percorso: in auto
Lunghezza percorso: 20 chilometri circa
Tempo di percorrenza in auto: 4 ore circa, con soste
Stagione consigliata: tutto l’anno

La Valpolicella è da sempre un territorio fertile, ricco d’acqua e di vegetazione, qualità queste che permisero insediamenti umani già in età primitiva. Nel Risorgimento la Valpolicella, per la sua ricchezza e la sua fama di posto salubre, attira l’attenzione della nobiltà dell’epoca che abbandona le città per stabilirsi in campagna. Ecco allora che le colline della Valpolicella iniziano ad arricchirsi di ville signorili, abitate dalla ricca nobiltà veronese e veneziana, circondate da bei giardini e da parchi imponenti, oltre che dagli immancabili vigneti. Queste splendide residenze di campagna sono tutt’oggi una delle ricchezze della Valpolicella: la gran parte di esse è ancora abitata, altre sono state trasformate in aziende agricole, altre ancora in alberghi di lusso.

Nella frazione di Bure si ammira Villa Buri Avanzi (non visitabile) che racchiude in se storia e tradizioni della Valpolicella. Durante il Medioevo la villa era di proprietà dell’Abbazia di San Zeno e venne data in feudo agli inizi del XIII secolo alla famiglia De Buris. A quest’epoca risalirebbero le murature a conci di tuffo squadrati e le finestre ad arco tutto sesto visibili all’interno del portico. Di eccezionale importanza storica ed artistica sono i diversi cicli di affreschi due-treccenteschi, in special modo l’affresco a motivi geometrici posto sulla parete di una camera al primo piano, che segue i tradizionali modelli delle finte tappezzerie medievali.ltre decorazioni compaiono sulla parete interna della loggia quattrocentesca, intorno alle bifore e sotto la gronda, dove corre un bellissimo fregio in cui a motivi vegetali ed ornamenti diversi si alternano putti musicanti di ottima qualità. Artefici di tali opere di abbellimento furono gli Avanzi, blasonata famiglia proprietaria di numerosi beni nella vallata, che nella seconda metà del Cinquecento aggiunsero al complesso una bella torre colombara. Inoltre commissionarono la realizzazione di una serie di decorazioni a fresco, anch’esse trovate in fase di restauro della villa: sublime è la cosiddetta “camera delle delizie”, di ottima qualità pittorica. Villa Buri Avanzi, salvata dal degrado e dall’oblio, è oggi di proprietà della famiglia Veronesi.

Il piccolo paese di Gargagnago ospita Villa Serego Alighieri (visitabile giardino e Foresteria) originariamente appartenuta a Pietro Alighieri, figlio del sommo poeta Dante Alighieri, e tutt’oggi proprietà dei suoi discendenti. La prestigiosa residenza, divenuta nei primi anni del 1800 uno dei luoghi di ritrovo più autorevoli della nobiltà dell’epoca, fu oggetto nei secoli di diverse modifiche ed ampliamenti, tanto che la sua struttura odierna si presenta come un insieme di stili differenti. Immersa nei vigneti della Valpolicella, Villa Serego Alighieri rappresenta oggi un connubio perfetto fra storia e tradizione agricola.

Per raggiungere San Giorgio di Valpolicella, la prossima destinazione, si può procedere in auto, seguendo la strada che attraversa Gargagnago e passa davanti alla chiesa.

San Giorgio di Valpolicella, chiamato anche San Giorgio Ingannapoltron, è un incantevole borgo medioevale immerso fra vigneti e ulivi, con le sue case di pietra e gli stretti vicoli, un piccolo gioiello inaspettato, impreziosito dagli immensi panorami, dal Lago di Garda alla città di Verona. Ma il gioiello più prezioso che il borgo ha da offrire è l’incantevole Pieve Longobardo Romanica, una delle più antiche del territorio veronese, edificata nel XII secolo sul luogo dove un tempo sorgeva un antico tempio romano. L’imponente edificio, interamente costruito in pietra, accoglie al suo interno preziosi affreschi del XIII e XIV secolo, mentre all’esterno si ammira il bellissimo chiostro, splendidamente conservato. Di notevole interesse è il ciborio che fu scolpito da Mastro Orso e i suoi discepoli nel 712 d.C.
Attiguo alla chiesa si trova il Museo della Pieve, dove sono esposte lapidi romane, sculture longobarde e carolingie e altri reperti rinvenuti nei dintorni. Il museo fa conoscere anche la storia degli Arusnates, un’antichissima popolazione presente nelle zone dell’odierna Valpolicella già prima dell’arrivo dei romani. Essi avevano una propria cultura, un’organizzazione politica ed amministrativa, che i nuovi arrivati decisero di conservare, istituendo per loro un pagus -un distretto territoriale-, dove furono sostanzialmente autorizzati a portare avanti la loro cultura. Fra le attività economiche svolte da queste antiche popolazioni, rientrava sicuramente la lavorazione dei metalli, come dimostrano i ritrovamenti rinvenuti a San Giorgio: una cisterna scavata nella roccia e le fondamenta della bottega dove i metalli erano lavorati, entrambi originari del IV secolo a.C.
 
Poco lontano da San Giorgio si trova Monte, un piccolo paese di vecchie case con l’omonimo forte austriaco. Il forte (segnaliamo che il forte Mollinary di Monte -riportato nell’opuscolo- non è visitabile: si trova in stato di forte abbandono ed è in buona parte distrutto e pericolante) fu costruito tra il 1849 e il 1852 ed intitolato al generale Anton von Mollinary. Della fortezza sono rimasti ormai purtroppo solo i ruderi, ma il panorama che si gode da questo punto è veramente grandioso. Infatti essa si affaccia sulla Valdadige e basteràpercorrere anche per pochi metri il sentiero che sale a fianco del forte e che subito scende a larghi tornanti verso il fondovalle, per ammirare l’ultimo tratto del fiume nella sua vallata, prima che imbocchi la vasta pianura che lo condurrà al mare.
 
Si scende al paese di Sant’Ambrogio, per risalire poi verso il Monte Poia (direzione località Cà Verde), dove si trova la chiesetta romanica di San Zeno in Poia, immersa fra i cipressi. Costruita utilizzando la locale pietra rosata, la piccola chiesa è affiancata dal campanile dal tetto merlato, con la campana visibile dalle quattro monofore. All’interno è ancora conservato l’altare del settecento e sulle pareti sono visibili resti di affreschi medioevali. Solitamente apre una sola volta all’anno, in occasione del santo patrono. In 5 minuti si arriva, a piedi, sulla sommità del monte, da dove il panorama è veramente grandioso, con le colline coltivate a vigneto in primo piano e, in lontananza, il Lago di Garda. La vista spazia a 360°:partendo da ovest, il lago con visibile la penisola di Sirmione, poi le colline moreniche, la vasta pianura e la Valpolicella, con il caratteristico borgo di San Giorgio, verso nord il Monte Pastello e il Monte Baldo.