Storia e personaggi della Valpolicella

Fin dagli albori della sua storia, la Valpolicella ha attratto l’uomo per la molteplicità delle sue risorse e per l’ambiente ospitale: lo testimoniano gli scavi della Grotta di Fumane, che attestano tra 90mila e 45mila anni fa la presenza dell’Homo di Neanderthal, soppiantato in epoche più recenti dall’Homo Sapiens. Da allora la frequentazione dell’area è stata continua, e molte sono le genti che hanno abitato la nostra zona: Arusnati, Romani, Scaligeri, Veneziani, sono solo alcuni degli attori della storia della Valpolicella.

Prima dell’avvento della romanità, la Valpolicella era abitata da una popolazione di origine retica dedita a numerosi culti, che le fonti di età romana chiamano Arusnati. Dopo la fondazione della città di Verona, i Romani garantirono a questa comunità una forma di autonomia amministrativa: nacque così il pagus degli Arusnati.

Già in età antica il vino era un prodotto tipico della nostra zona: l’archeologia ha restituito diverse prove di come la coltura della vite venisse praticata anche prima dell’arrivo dei Romani: a Castelrotto sono stati rinvenuti dei vinaccioli durante lo scavo di un insediamento dell’Età del Ferro, mentre a San Pietro in Cariano, all’interno del complesso di una villa di età romana, sono stati rinvenuti resti di un probabile impianto di produzione del vino. Numerose attestazioni si trovano anche nelle fonti dell’epoca: tra tutti, Plinio il Vecchio ricorda come il vino retico prodotto nella campagna veronese venisse servito alla corte dell’imperatore Tiberio, mentre Cassiodoro qualche secolo più tardi decanta le doti dell’acinaticum, l’antenato del recioto prodotto nel territorio veronese. La Valpolicella si configurò fin da subito come un importante crocevia: in epoca romana era infatti percorsa dalla Via Claudia Augusta Padana, che collegava la penisola italica con l’area a nord delle Alpi.

La caduta dell’Impero romano segna un’epoca di grande cambiamento culturale: in Valpolicella si insediano nuove genti, che portano con loro la nuova religione: il cristianesimo. Le più antiche testimonianze del nuovo culto sono le pievi che costellano il territorio, la più antica delle quali è senza dubbio quella di San Giorgio Ingannapoltron (VIII sec. d.C.). Nel corso dei secoli successivi furono edificati molti altri luoghi di culto, i più importanti dei quali sono senza dubbio le pievi di San Floriano, di San Martino di Negrar e di San Pietro ad Arbizzano. Il visitatore altomedievale che avesse attraversato la Valpolicella dell’epoca, avrebbe incontrato sulla sua strada tanti piccoli centri abitati, i vici. A partire dal XII sec. alcuni di essi emersero ottenendo una parziale autonomia: sorsero così i primi comuni rurali.

Con l’avvento della signoria Scaligera a Verona, la Valpolicella visse un nuovo periodo di splendore e rinnovata autonomia. Nel 1311 l’imperatore Arrigo VII concesse in feudo a Federico della Scala l’intero territorio compreso tra Parona e Dolcè: nacque così la Contea della Valpolicella. L’indipendenza della valle durò poco: nel 1325 Federico ordì una congiura contro il cugino Cangrande della Scala, che lo fece esiliare a Trento. La Valpolicella venne così definitivamente inglobata nel territorio di Verona.

Dopo un breve periodo sotto la signoria Viscontea di Milano, la valle passò sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia. Nacque così il Vicariato della Val Polesela, un distretto territoriale a cui il governo veneziano conferì il privilegio di nominarsi un proprio Vicario e di poter imporre un sistema amministrativo parzialmente autonomo. Questo assetto durò quasi quattro secoli, fino all’avvento di Napoleone nel 1797. La vocazione agraria del territorio si manifesta anche in questo periodo: la zona di alta collina era dedita alla pastorizia e all’allevamento, mentre nella media colina ed in pianura si coltivavano cereali e la vite. I Veneziani introdussero nuove colture, quali il mais, la patata ed i fagioli, ed incoraggiarono l’allevamento dei bachi da seta. L’estrazione del marmo era un’altra attività già all’epoca largamente praticata; il marmo rosso di Verona venne largamente utilizzato nella costruzione del Palazzo Ducale di Venezia.

L’avvento di Napoleone portò devastazione e saccheggi in tutto il territorio: nel tentativo di aggirare Verona, i francesi bombardarono Pescantina da Bussolengo, saccheggiandola e incendiandola e molti giovani della zona vennero forzatamente arruolati per partecipare alla campagna di Russia. Dopo la caduta di Napoleone, Verona e la Valpolicella passarono sotto il dominio austriaco, e furono inglobate nel regno del Lombardo-Veneto: venne facilitata l’istruzione elementare presso le scuole comunali e venne ricostruito tutto quello che il passaggio dell’armata francese aveva distrutto.

L’annessione al Regno d’Italia, le guerre mondiali e la storia del Novecento inserirono progressivamente la Valpolicella nel mondo moderno: in particolare negli ultimi cinquant’anni ha subito un notevole impulso la produzione vitivinicola. Oggi Amarone, Valpolicella, Ripasso e Recioto sono prodotti apprezzati ovunque in Italia ed in Europa.

  

PERSONAGGI NOTI:

Bartolomeo Lorenzi (Mazzurega, 1732 – 1822)

Frate e scrittore. Bartolomeo Lorenzi entrò nel Seminario di Verona dove fu ordinato sacerdote e insegnò fino al 1776. La sua opera più importante è il poema in ottave “Coltivazione de’ monti”.  

 

Dante Alighieri (Firenze, tra il 14 maggio ed il 13 giugno 1265 – Ravenna, tra il 13 e il 14 settembre 1321)

 

Poeta, scrittore e politico italiano. Considerato il padre della lingua italiana, è l’autore della Divina Commedia. Esiliato proprio in questo periodo girò molte corti tra cui quella degli Scaligeri a Verona frequentando anche la Valpolicella.

 
 

Emilio Salgari (Verona, 21 agosto 1862 – Torino, 25 aprile 1911)

 

Nel libro “Le mie avventure” di Emilio Salgari sta scritto:”sono nato a Verona ….da una famiglia di Negrar”. Il romanziere nacque il 21 agosto 1862 da famiglia che possedeva case a Verona e una vasta proprietà a Negrar, composta da casa domenicale, rusticali, barchesse, cantina e colombara in località Tomenighe di Sotto. Ne derivava la possibilità per la famiglia di vivere tra la campagna e la città: in città esercitavano servizio di vetturale e cavalli con annessa attività di Osteria dell’Ortolan, in Valpolicella svolgevano attività agricola e vitivinicola con attività di bachicoltura. In seguito ad atti divisionali del 1841, Paolo, il maggiore di dieci fartelli, nonno del romanziere, ereditò il servizio di vetturale e metà degli edifici di Tomenighe. Presso Tomenighe , il futuro romanziere visse lunghe stagioni nella “casa con torretta” e allacciò strette amicizie con ragazzi del paese. Le avventure vissute in Valpolicella ispirarono il Salgari scrittore famoso autore di romanzi d’avvenura quali: Sandokan-Il Corsaro Nero-Le Tigri della Malesia solo per citarne alcune. A lui viene dedicato in Valpolicella un premio letterario a cadenza biennale: il Premio Biennale “EMILIO SALGARI” di Letteratura Avventurosa.

Federico Della Scala (XIV secolo)

Fu conte in Valpolicella, dal 1311 al 1325.

Giangiacomo Pigari (XVI secolo)

Storico e umanista del XVI secolo nacque a Negrar e fu molto noto per la sua raccolta “Privilegia et iura Vallis pulicellae”.

Mastro Orso (VI-VII secolo)

 

Famoso scultore che decorò il ciborio della Chiesa di San Giorgio di Valpolicella.

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Edizione 2013 curata con il supporto dei volontari Servizio Civile Nazionale anno 2012/ 2013.